Perché si dice “Scapolare”?

Molti lettori ci hanno chiesto quale fosse l’origine del verbo “scapolare” (o scopolare, o scopuare) che nei dialetti del Mezzogiorno significa ‘smettere di lavorare, lasciare il lavoro’.

Alcuni di questi lettori ipotizzano che l’etimologia del termine risalga a scoppolare, che indicherebbe il gesto di togliersi la coppola in segno di riverenza davanti al datore di lavoro a fine giornata. Ma questa è una paretimologia, in parole povere un’etimologia sbagliata. La realtà è ancora più interessante.


Scapolare deriva dal latino volgare *excapulare, che significava letteralmente ‘liberare dal cappio’. Se questo significato vi sembra eccessivamente duro, non dovete dimenticare che nei dialetti pugliesi il lavoro pesante è detto travaglio, che rinvia – attraverso il francese – al latino tripalium ‘strumento di tortura composto da tre pali’.

Nei nostri dialetti, però, scapolare non significa solo ‘smettere di lavorare’. Il valore originario del verbo era un altro e riguardava il rapporto tra l’uomo e gli animali.


Chi lavora in campagna, infatti, usa scapolare anche come verbo transitivo: “Ho scapolato le bestie nel bosco”. Scapolare in origine aveva il significato di liberare gli animali perché potessero pascolare in libertà.


Il lavoro dei nostri avi era dunque così pesante da essere paragonato a quello delle bestie da soma.


E pesante è forse anche il matrimonio, se è vero che scapolo deriva da scapolare.


Vi devo imparare e vi devo perdere. Alla prossima!
Giovanni Laera


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