“Sta arrivando Paoluccio!” (o anche Paolo, Zio Paolo o Paolino)
E’ un espressione che in molte parlate centromeridionali si usa per dire in senso figurato: “ho molto sonno”. Ma perché quel nome sta lì a simboleggiare il sonno? Quale storia si nasconde dietro questa espressione? Mo ve lo diciamo noi.
“Paoluccio” è una parola deonimica, cioè un nome comune che deriva da un nome proprio di persona. La storia di Paoluccio è molto interessante. Rimanda, infatti, a un episodio degli Atti degli Apostoli che riguarda San Paolo.
San Paolo si trovava a Troade e conversava con un gruppo di fedeli: < E poiché doveva partire il giorno dopo, prolungò la conversazione fino a mezzanotte. (Parlava, parlava). C’era un buon numero di lampade nella stanza al piano superiore […]; quando un ragazzo chiamato Eutico, che stava seduto alla finestra, fu preso da un sonno profondo mentre Paolo continuava a conversare e, sopraffatto dal sonno, cadde dal terzo piano e venne raccolto morto. > (Atti degli Apostoli, XX, 7-9)
Ora, Eutico in greco significa letteralmente ‘fortunato’. Ebbene, proprio questo ragazzo, così fortunato nell’avere la possibilità di ascoltare uno dei più grandi uomini del suo tempo, non resistette al discorso fiume del santo di Tarso. Da questo episodio deriva “Paoluccio”: è il sonno di San Paolo, un sonno così forte da provocare cadute potenzialmente mortali come quella capitata al povero Eutico.
Fortunatamente, la storia ha un lieto fine: < Paolo allora scese giù, si gettò su di lui, lo abbracciò e disse: «Non vi turbate; è ancora in vita». Poi risalì, spezzò il pane e ne mangiò e dopo aver parlato ancora molto fino all’alba, partì. > (Ibidem, XX, 10-12)
Avete letto bene: dopo aver risuscitato il ragazzo, San Paolo riprese a parlare addirittura fino all’alba! È per questa sua dote fuori dal comune di portare al sonno profondo, ogni volta che si avvicina la notte, si rievoca in dialetto “Paoluccio”.
Fonte: Giovanni Laera – Approfondimento: “Pavelucce, ovvero il sonno.”